ALTRE FORME DI STANCHEZZA

L’ESERCIZIO FISICO E LA STANCHEZZA
Se ci si sente peggio dopo aver fatto esercizio fisico, o se la tolleranza all’esercizio fisico non migliora dopo diversi mesi di allenamento e un esame medico dimostra che si e’ in buone condizioni di salute, potrebbe essere che si stia eccedendo nell’attività’ fisica.
Per molte persone, un regolare esercizio fisico puo’ migliorare la resistenza e la stanchezza anche se quest’ultima non dipende dall’inattività. I benefici dell’esercizio fisico derivano in parte dalla migliore resistenza dei muscoli, dello scheletro e del cuore, e in parte dall’effetto antidepressivo e tranquillizzante dell’esercizio stesso. Questi ultimi effetti possono essere sia di carattere biochimico che psicologico.
A meno che la stanchezza non sia dovuta a una grave malattia organica, tutti coloro che sono stanchi dovrebbero considerare l’esercizio fisico come un potenziale trattamento. Questo soprattutto se la persona ha avuto benefici dall’esercizio fisico in passato.
La parte piu’ difficile di un’attività sportiva è incominciarla. Una persona fuori forma puo’ non vedere miglioramenti per diversi mesi. Perciò è necessario ripetere l’allenamento per almeno sei o otto settimane, esercitandosi due o tre volte la settimana per 45 minuti circa. Non bisogna iniziare troppo velocemente è consigliabile porsi sotto controllo medico e crearsi un programma bilanciato di riscaldamento, esercizio vero e proprio e rilassamento finale. Per coloro che cominciano, il camminare a passo svelto puo’ essere il miglior esercizio. Piu’ tardi puo’ essere molto utile andare in bicicletta, nuotare e fare jogging. Se l’esercizio fisico non si limita al camminare, è consigliabile ottenere il permesso dal medico curante. Molti suggeriscono un elettrocardiogramma per chiunque abbia superato i 40 anni di età e incominci un programma di esercizi fisici.

DISFUNZIONE DELLA ARTICOLAZIONE MANDIBOLARE
La normale masticazione, ma anche soprattutto l’abitudine a digrignare involontariamente i denti puo’ infiammare l’articolazione mandibolare all’angolo della mascella.
Questo puo’ causare tensione o dolore che puo’ essere percepito come cefalea, dolore al collo, dolore alla faccia o all’orecchio. La stanchezza puo’ risultare dalla tensione cronica e dal dolore. Lo stress puo’ essere sia una causa che un effetto di questa disfunzione. Lo stress puo’ aumentare la tensione dei muscoli della mascella, mentre il dolore causato dalla disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare puo’ causare stress, iniziando un ulteriore ciclo di tensione dei muscoli della mascella. Pertanto molti dentisti sono concordi nel considerare questa sindrome come una causa reale di tensione facciale e di dolore.

SINDROME PREMESTRUALE
Solo fino a poco tempo fa la sindrome premestruale era considerata immaginaria o psicologica.Ora molti medici concordano nel ritenerla reale e correlata agli ormoni, anche se prove scientifiche per questa supposizione sono difficili da portare. A se la spossatezza e i sintomi correlati compaiono soltanto durante la seconda parte di un ciclo mestruale diminuiscono nei primi giorni del ciclo. La sindrome premestruale puo’ esserne la causa. Il trattamento della sindrome premestruale rimane controverso e bisogna ricordare che anche con un placebo si possono ottenere miglioramenti fino al 40%. Il problema principale è essere sicuri della diagnosi.- Essere stanchi tutto il mese, ma con un peggioramento prima del ciclo, non significa soffrire di una sindrome premestruale. Per valutare correttamente questi aspetti bisognerebbe tenere un diario dei sintomi e correlarli con i giorni del ciclo mestruale, per almeno tre mesi.

MENOPAUSA
Se la stanchezza comincia dopo l’asportazione dell’utero o delle ovaie, oppure quando i cicli mestruali si interrompono spontaneamente, potrebbe essere correlata con la riduzione della produzione di estrogeni e progesterone delle ovaie, con successivo incremento di certi ormoni dalla ghiandola ipofisaria. Mentre la menopausa provoca un miglioramento dei sintomi per coloro che soffrono di una sindrome premestruale, alcune donne incominciano ad avere sintomi di stanchezza proprio in questo periodo della loro vita. Si sa che gli ormoni sessuali femminili influenzano l’umore e il metabolismo. Secondo alcuni le modifiche ormonali potrebbero essere alla base della stanchezza post6-menopaòusale. Le modifiche ormonali sono spesso accompagnate da stress (sensazione di essere sulla soglia della vecchiaia o la perdita del ruolo di madre, in quanto i figli lasciano la casa ecc.). Se la stanchezza è cominciata o e peggiorata con la menopausa, dopo una buona valutazione medica e psicologica, è consigliabile un trattamento ormonale con estrogeni e progestinici.

STANCHEZZA STAGIONALE
E’ a tutti noto che soprattutto in primavera la differente situazione ambientale provoca stanchezza. Il risveglio della natura si accompagna spesso, nella persona predisposta, a maggiore sudorazione, capogiri, disturbi del sonno, mal di testa ecc. E’ una stanchezza che si risolve spontaneamente in breve tempo, quello necessario affinché l’organismo riesca ad adattarsi alle nuove condizioni ambientali, ma resta comunque utile fare un po’ di esercizio fisico e fare molta attenzione alla dieta, privilegiando verdure e frutta fresca.

STANCHEZZA DA VIDEO
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce “sindrome da video”. Colpisce soprattutto quelle persone che trascorrono gran parte della giornata davanti a un terminale e provoca tensione muscolare alla schiena, bruciore agli occhi e mal di testa. Per prevenirla bisogna assumere una posizione corretta davanti al computer, con la schiena ben appoggiata al sedile della sedia e con le spalle erette. Il video poi deve essere sempre schermato ed è necessario distogliere di tanto in tanto gli occhi dal computer per evitare i tipici bruciori, così com’è necessario concedersi almeno ogni due ore delle pause di relax.
Bisogna anche attenuare le contratture muscolari del collo e delle spalle, eseguendo ogni tanto degli esercizi di rotazione della testa.

STANCHEZZA DA SURMENAGE INTELLETTUALE
E’ la cosiddetta stanchezza del manager, che colpisce coloro che hanno lavori di grande responsabilità. L’ansia di non riuscire a portare a termine i troppi impegni provoca difficoltà di concentrazione con momenti di grande euforia alternati ad altri di depressione. Alla fine, questo malessere si ripercuote a livello fisico con un diffuso senso di stanchezza. Il riposo puo’ essere utile, ma certamente è più utile un’attività fisica di tipo “dolce” oppure un hobby piacevole che possa rilassare.

STANCHEZZA ALIMENTARE
Colpisce coloro che mangiano molto ed e’ causata da un’alimentazione scorretta, troppo ricca di alcool, grassi e dolci. A livello fisico si manifesta con pelle o troppo grassa o eccessivamente secca, con problemi intestinali e difficoltà di digestione, con capelli opachi e facili a spezzarsi.
Porta anche a variazioni di umore, sonnolenza e difficoltà di concentrazione. E’ sufficiente cambiare abitudini alimentari e arricchire la dieta quotidiana di verdure, vitamine e sali numerali.

LA FIBROMIALGIA
La fibromialgia, o sindrome fibromialgica, è una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità. Le possibili cure sono oggetto di continui studi, la malattia è compatibile con l'attività lavorativa svolta dal soggetto debilitato. Gli indici di infiammazione risultano nella norma. Prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce. Al dolore cronico, che si presenta a intervalli, si associano spesso disturbi dell'umore e in particolare del sonno, nonché astenia, ovvero affaticamento cronico. Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici nonché il carattere "migrante" dei dolori sono peculiari della fibromialgia. Va segnalato inoltre, come la gran parte dei sintomi è comune ad altre due sindromi imparentate con la fibromialgia: la CFS (Chronic Fatigue Syndrome, cioè sindrome da fatica cronica), e la MCS (o Sindrome da multi-sensibilità chimica). In tutte e tre, in vario grado, è possibile osservare alterazioni in senso auto-immune del sistema immunitario dell'individuo affetto.

 

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